La prova dei numeri non è riuscita, per adesso, a dare la scossa alle azioni di Vonovia che sono sotto pressione a metà ottobre. Il prezzo è scivolato sui 25 euro e gli investitori si chiedono se questo livello di prezzo sconsigli di investire oppure rappresenta un’occasione di ingresso.
Anche se sono stati accolti con freddezza dal mercato, i numeri trimestrali di sono stati in gran parte migliori di quanto previsto dagli analisti. I canoni di locazione sono aumentati del 4,3% nei primi nove mesi e l’EBITDA rettificato addirittura del 6,4%.
Grazie principalmente alla rivalutazione del portafoglio immobiliare, l’utile ante imposte – un indicatore chiave per i dividendi futuri – è balzato a 1,23 miliardi, rispetto a una perdita di 502 milioni di euro nell’anno precedente. L’utile netto dopo le imposte è esploso a 3,41 miliardi di euro, rispetto a una perdita di 592 milioni di euro nello stesso periodo dell’anno precedente.
Il free cash flow di ha registrato una crescita particolarmente sostenuta, con un balzo del 27% a 1,48 miliardi di euro, ma è rimasto sotto la previsione di 1,67 miliardi.
Dopo tre anni di stagnazione, sta tornando a crescere a un ritmo elevato, come faceva prima della crisi. Inoltre il management ha alzato gli obiettivi per il prossimo anno fiscale, puntando ad un utile rettificato compreso tra 2,95 e 3,05 miliardi di euro. Nel frattempo, il gruppo punta a 2,8 miliardi di euro per il 2025.
È interessante notare che i dati target per il 2026 sono ancora inferiori alle previsioni a lungo termine per il 2028, che stimano un EBITDA compreso tra 3,2 e 3,5 miliardi di euro. L’azienda rimane quindi cautamente ottimista.

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Il quadro tecnico di Vonovia si è sporcato parecchio nelle ultime settimane, ma al tempo stesso offre degli interessanti spunti per chi ama di più il rischio.
Come vediamo sulla piattaforma di investimento , dopo il rimbalzo sulla media mobile a 200 periodi, il prezzo di Vonovia ha tagliato anche la Ema50 ma sembra aver trovato un sostegno nel supporto statico a quota 25,5 euro, una zona dove c’era stata tensione sia a settembre che a marzo scorso. Considerando che l’indicatore RSI si trova in ipervenduto, potremmo anche assistere a un bel rimbalzo a breve termine di .
Per gli investitori a lungo termine, l’attuale fase di debolezza può servire ad acquistare il titolo alla luce dei forti numeri, della bassa valutazione (rapporto P/E 13) e del rendimento da dividendi del 4,8%.
Disclaimer: Questo articolo ha scopo puramente informativo e non costituisce consulenza in materia di investimenti. Gli investimenti azionari sono soggetti a rischi, inclusa la potenziale perdita del capitale investito. La redazione non si assume alcuna responsabilità per eventuali decisioni basate sul presente articolo.







