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BASF rimane nel canale laterale ma gli analisti sono fiduciosi

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L’ultima trimestrale non è riuscita a dare slancio al titolo del colosso chimico

La speranza che i dati trimestrali potessero dare un impulso positivo a BASF al momento non ha avuto conferma. Il titolo è rimasto ancora dentro un canale laterale (41-46 euro), dove oscilla da alcuni mesi, ed anzi nel breve periodo la tendenza è ancora ribassista. Tuttavia, come vedremo, gli analisti sono prevalentemente fiduciosi a medio termine.

Mercoledì il colosso chimico ha presentato i suoi dati trimestrali, in linea con i dati chiave preliminari. L’utile operativo EBITDA rettificato è sceso di quasi 200 milioni, attestandosi a 1,77 miliardi. Il fatturato di si è contratto del 2,1%, mentre l’utile netto è crollato drasticamente, passando da 1,8 miliardi di euro a 887 milioni di euro.


Il core business dei prodotti chimici di base è stato particolarmente colpito, perchè il deficit di domanda sul mercato ha ridotto drasticamente i margini. Per contrastare questo effetto, il management di sta accelerando le misure di riduzione dei costi (100 milioni ulteriori entro la fine dell’anno e un obiettivo complessivo di 2,1 miliardi entro la fine del 2026).


L’azienda ha inoltre confermato le sue previsioni annuali, che però aveva recentemente rivisto al ribasso, e ha mantenuto un atteggiamento cauto a causa dell’imprevedibilità delle ulteriori decisioni degli USA e l’incertezza sulle possibili controreazioni dei partner commerciali.
Sebbene serva principalmente clienti provenienti da stabilimenti di produzione regionali, e ciò limita l’impatto diretto dei dazi, quelli che preoccupano sono i significativi effetti indiretti dei dazi, dovuti all’aumento della pressione competitiva e all’inflazione, che stanno influenzando negativamente la domanda e i prezzi dei prodotti chimici.

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Dal punto di vista tecnico, il mancato superamento della media mobile a 200 giorni (Ema200) è stato un messaggio deludente per gli investitori che nutrivano fiducia in BASF.
Come si può vedere sulla piattaforma di investimento , il prezzo è tornato indietro sulla Ema50, che da circa 3 mesi sta esercitando una forte attrazione sul prezzo.
L’attuale scenario grafico è avvolto nell’incertezza, come dimostra anche l’indicatore RSI che è in perfetto equilibrio.


Va detto tuttavia che gli analisti sono fiduciosi nel medio termine. Deutsche Bank Research fissa un obiettivo di prezzo per a 52 euro, Morgan Stanley fissa il target a 54 euro, Bernstein arriva a 53 euro mentre DZ Bank si spinge fino a 56 euro. Più caute le previsioni di Jefferies (47 euro) e UBS (45 euro).
I ribassisti sono invece più allineati alle posizioni di Jp Morgan, il cui target è 40 euro.

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