I numeri dell’ultimo trimestre non sono riusciti ad arginare la brusca inversione di tendenza che sta vivendo da maggio, quando sembrava possibile che le azioni del gruppo di tecnologia medica tedesco potessero arrivare alla soglia dei 60 euro.
sta ancora soffrendo il contraccolpo della fine dell’emergenza Covid, che gli aveva consentito una impennata di vendite grazie ai test veloci di antigene per il rilevamento della malattia.
A inizio agosto il gruppo ha fornito i numeri di un semestre debole, ed anche se è tornata sul percorso di crescita, ha deluso i mercati. L’utile operativo ha continuato a diminuire, mentre quello netto ha sorpreso piacevolmente ma solo per via di una riduzione dell’aliquota fiscale.
ha confermato le sue previsioni per l’anno finanziario 2022/23, ma ha abbassato le aspettative sulla redditività dello specialista in cancro Varian (che è stato preso più di due anni fa), che soffre di problemi della catena di approvvigionamento e costi più elevati.
Se pensiamo alla delusione innescata dagli ultimi risultati, sorprende che gli analisti siano molto ottimisti riguardo Siemens Healthineers. Nel mese di agosto Deutsche Bank, JP Morgan, Berenberg e Barclays hanno fissato come target un prezzo di circa 60 euro, osia il 30% in più rispetto a quello attuale.
Sotto il profilo tecnico, il cross delle medie mobili 50 e 200 (avvenuto a metà agosto) è stato un pessimo messaggio, che ha acuito la direzione ribassista di .
(Fonte grafica: broker )
Il prezzo di è scivolato sui minimi annuali, ed al momento sta testando la zona di supporto statico a quota 45,5 euro (minimi di dicembre 2022). Se quest’area riuscisse a tenere a galla il prezzo, potrebbe innescarsi un rimbalzo che avrebbe come target la resistenza statica a 47,5 euro.
Al contrario, un ulteriore calo (che vediamo comunque improbabile a medio termine) metterebbe a rischio finanche la soglia dei 40 euro.
