Ci avevamo visto giusto quando, due mesi fa, dicemmo che la trimestrale avrebbe potuto spingere a superare la soglia dei 350 euro, dopo che un tentativo era già stato fallito.
Dopo aver raggiunto il massimo storico a 380 euro, la successiva fase di correzione non deve spaventare gli investitori.
Il più grande riassicuratore mondiale, nonostante l’utile del semestre sia stato minore di quanto prevedessero i mercati (ha guadagnato complessivamente 2,4 miliardi), si è comunque mostrato più fiducioso per la seconda parte del 2023.
La probabilità di superare l’obiettivo di utile netto annuo di 4 miliardi è vista come molto concreta. Tuttavia ragioni di cautela hanno suggerito di non alzare l’obiettivo prefissato, perché la stagione degli uragani sta per arrivare.
vuole assicurare ancora più rischi di catastrofi naturali, dove i prezzi sono molto interessanti per i riassicuratori. In occasione dell’ultimo rinnovo contrattuale dello scorso luglio, la compagnia ha imposto ai suoi clienti, cioè agli assicuratori primari come Allianz e Axa, prezzi più alti di quasi il 5%.
Anche per questo motivo le agenzie di rating Standard & Poor’s e Fitch hanno alzato le prospettive per il settore riassicurativo.
Sotto il profilo tecnico, il rally che a settembre ha portato il titolo a 380 euro sta adesso vivendo una pausa. Ma del resto è qualcosa di fisiologico.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
La correzione è servita a riportare l’indicatore RSI fuori dalla zona di ipercomprato, mentre la EMA50 ha fatto da supporto a questa fase di correzione.
Le prospettive di sono buone, con il target rialzista proprio su quota 380 euro.
Gli analisti continuano ad essere molto fiduciosi riguardo a Munich Re. Alla fine di settembre JP Morgan ha fissato il target di prezzo a 435 euro, pochi giorni prima Berenberg era arrivato a 400 euro, con Barclays a 399 euro.