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BRENNTAG davanti a un bivio: risorgere o affondare?

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In caso di ulteriori ribassi, occhio al gap ancora aperto da mesi tra 63-60 euro

Dopo aver raggiunto i massimi di un anno e mezzo appena a metà settembre, il titolo Brenntag ha imboccato la via della discesa ripida, anche se il bilancio di quest’anno rimane decisamente positivo (oltre 15%).

Il commerciante di prodotti chimici non è sfuggito ad un contesto di mercato incerto per via della guerra in Ucraina, delle tensioni geopolitiche e dall’elevata pressione inflazionistica, che potrebbero ridurre i prezzi a causa della minore domanda, specialmente nel settore dei prodotti chimici di base.

I trimestrali pubblicati a metà agosto hanno evidenziato infatti un calo delle vendite, e per questo Brenntag aveva anche abbassato il limite superiore dell’intervallo previsto per l’utile operativo 2023.

Sotto il profilo tecnico, il grafico si è notevolmente sporcato nelle ultime settimane. Il superamento di entrambe le medie mobili principali (50 e 200) è un messaggio negativo per il mercato.

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(Fonte grafica: piattaforma di investimento )

Brenntag ha trovato di recente sostegno nel supporto a quota 66,50 euro. Ma per ritrovare ottimismo occorre riportarsi oltre la EMA200.
In caso di altre discese, più in basso invece c’è un ulteriore supporto a 65 euro. Quello che però intimorisce di più è il gap aperto da mesi tra 63-60.

Di recente diversi analisti si sono espressi su Brenntag. Anche se tutti quanti fissano un target più elevato del prezzo attuale, le opinioni sono discordanti. DZ Bank ha rimosso Brenntag dalla lista delle raccomandazioni, pur confermando un target elevato (83 euro) e l’idea che le qualità difensive di questo titolo saranno preziose in un contesto volatile di mercato. Di idea opposta è Goldman Sachs, che a fine ottobre ha fissato un prezzo obiettivo di 94 euro. Anche Deutsche Bank vede un rialzo a 12 mesi, fino a 81 euro, perché ritiene che il settore dei beni di prima necessità del rivenditore di prodotti chimici è sottovalutato

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