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MERCEDES-BENZ, l’ottimismo arriva dal gap down ancora da colmare

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E’ stato un periodo terribile per l’azienda automobilistica tedesca: dal suo massimo annuale di oltre 76 euro raggiunto a giugno, la perdita è circa un quarto

Se i mesi da giugno a settembre erano stati negativi, quello di ottobre è stato pessimo per Mercedes-Benz, che è precipitato sotto i 60 euro toccando i minimi di un anno. Del resto nell’ultimo aggiornamento vi avevamo detto che la “croce della morte” mandava un messaggio molto negativo.
Dal suo massimo annuale di oltre 76 euro raggiunto a giugno, la perdita di valore ammonta ormai a quasi un quarto.

La casa automobilistica non è riuscita a mantenere i forti numeri dell’anno precedente. Da luglio a settembre l’utile è sceso di alcuni punti percentuale, anche se meno di quel che temevano gli analisti. Anche le vendite del gruppo sono diminuite (pesa soprattutto il -11% dei modelli di punta ad alto margine), ma tuttavia il portafoglio ordini è ancora robusto e per questo il management attorno al capo Ola Källenius ha confermato le prospettive annuali.

E’ il settore automobilistico quello che appesantisce di più il gruppo. Il contesto generale non è affatto positivo, come dimostra anche l’ultimo indice Ifo dell’industria automobilistica tedesca (in discesa a -16,1 a ottobre). I fronti di preoccupazione sono diversi, e vanno dalla concorrenza cinese alla carenza di batterie, dai problemi di consegna.
Tuttavia, le aspettative per i prossimi mesi sono leggermente migliorate.

Sotto il profilo tecnico,  il crollo vissuto nell’ultimo mese sembra essersi fermato, ed anzi di recente c’è stato un incoraggiante rimbazlo.

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(Fonte grafica: piattaforma di investimento )

Davanti a Mercedes-Benz c’è un gap-down che bisogna chiudere, compreso tra 58,6 e 60,6 euro. Se ci riuscisse, allora il titolo potrebbe trovare slancio per avvicinarsi alla Ema50.
Al ribasso invece occorre guardare ai supporti a 54 e più in basso a 50,7

Pur rivedendo al ribasso il prezzo obiettivo, gli analisti vedono comunque una netta ripresa da qui a 12 mesi. DZ Bank dà come target 70 euro, la banca canadese RBC lo fissa a 85 euro. Jefferies ha lasciato un obiettivo di prezzo di 72 euro, JP Morgan vede i 78 euro. Addirittura Deutsche Bank punta ancora a 120 euro, ossia il doppio del livello attuale.

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