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BASF, il rally cominciato a novembre mette nel mirino i 50 euro

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Il peggio sembra alle spalle per il colosso chimico tedesco

La ripresa vissuta a novembre dall’intero mercato azionario ha coinvolto anche , che è riuscita a riportarsi vicino alla dei 50 euro, ossia sui livelli di agosto.
Anche se il peggio è alle spalle, le prospettive continuano ad essere molto incerte.

Le industrie chimiche e farmaceutiche hanno attraversato momenti difficili. L’aumento dei prezzi dell’elettricità e del gas in seguito alla guerra in Ucraina ha causato problemi a questa industria che è ad alta intensità energetica, e non si prevede una rapida ripresa nel 2024. L’energia infatti è ancora troppo cara, e con la crisi di bilancio c’è il rischio che i costi dell’energia elettrica aumentino ulteriormente, dato che i sussidi federali per i canoni di rete verranno aboliti.

La VCI prevede che le vendite diminuiranno del 3% nel 2024. La produzione nel terzo settore industriale più grande della Germania, dopo quello automobilistico e quello meccanico, probabilmente ristagnerà. I prodotti chimici, che sono sensibili all’economia, saranno colpiti duramente.
Qualche spiraglio viene però visto per la seconda metà dell’anno 2024.

La crisi ha spinto a tagliare migliaia di posti di lavoro, chiudendo i sistemi ad alta intensità energetica nel suo stabilimento principale a Ludwigshafen e esternalizzando diverse divisioni. Anche altre aziende chimiche hanno lanciato programmi analoghi.

Intanto continuano le voci sui potenziali acquirenti per la controllata Wintershall Dea (potrebbe essere valutata più di dieci miliardi di euro): sia la compagnia petrolifera araba Adnoc che la compagnia petrolifera britannica Harbour Energy sono interessate alla filiale di petrolio e gas con sede a Ludwigshafen. Diversi analisti ritengono che la vendita della società potrebbe dare un forte impulso alle quotazioni di .

Sotto il profilo tecnico, dopo aver toccato il minimo annuale a fine ottobre, ha trovato un solido supporto nell’area intorno ai 40 euro. Da lì è partito un forte rimbalzo, che ha consentito al prezzo di superare prima la Ema50 e più di recente anche la Ema200.

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(Fonte grafica: piattaforma di investimento )

Il prossimo ostacolo è la soglia psicologica dei 50 euro, anche se l’indicatore RSI in ipervenduto potrebbe portare a una correzione di qui a breve.
Più in alto il mirino si sposterebbe sui 51 euro, mentre sono ancora troppo lontani i massimi annuali a 54 euro.

Gli analisti conservano ancora discreta fiducia in . Di recente JP Morgan ha fissato a 58 euro il target a medio termine (12 mesi), mentre UBS si ferma a 55 euro. A fine novembre Deutsche Bank ha fissato come target 54 euro, mentre Berenberg e Warburg Research lo vedono oltre i 45 euro.

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