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LUFTHANSA in correzione prima di riprovare il test della Ema200

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Dopo il crollo avvenuto dalla scorsa primavere, il titolo della compagnia aerea ha ancora spazio per un forte recupero

Il forte rimbalzo avvenuto nel mese di novembre, propiziato anche dai dati del terzo trimestre, ha lasciato il posto ad un periodo di consolidamento per Lufthansa. Tuttavia c’è ancora spazio per riprendere la corsa, visto che dalla primavera scorsa il prezzo ha perso oltre il 30%.

Lo scenario resta comunque avvolto da incertezze. Come era successo anche nel 2022 e 2023, ha dovuto ridurre il suo programma di voli originale per il 2024, per via della carenza di personale e di aerei disponibili (viste anche le revisioni non pianificate del motore per un motore specifico nell’Airbus A320).
Tuttavia la buona notizia è che la società, dopo molto tempo, ordinerà nuovamente i jet della Boeing.

Un altro fronte di incertezza riguarda l’ingresso nella compagnia aerea italiana Ita Airways. Bruxelles si sta prendendo più tempo del previsto per dare il via libera, e non è una buona notizia perché vuol dire che la Commissione ha già delle perplessità.
Ricordiamo che in una prima fase, vuole rilevare il 41% di Ita (ex Alitalia) per un prezzo di 325 milioni di euro. Ma la Commissione Ue deve approvare l’accordo che è stato annunciato alla fine di aprile. Se approvato dalle autorità garanti della concorrenza, l’acquisizione sarebbe possibile anche in un secondo momento. Dal 2025 Lufthansa potrebbe esercitare un’opzione per un ulteriore 49%.

Sotto il profilo tecnico, il titolo sta avendo difficoltà a superare lo scoglio della Ema200, che ha bloccato l’impulso rialzista cominciato qualche settimana fa.

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(Fonte grafica: piattaforma di investimento )

Fortunatamente, la Ema50 sta invece agendo da solido supporto, praticamente in coincidenza con la soglia degli 8 euro.
Un aspetto tecnico importante è che l’indicatore di forza RSI, dopo l’ultima correzione, si è scaricato e non è iù in ipercomprato. Ciò prepara un terreno fertile per un nuovo possibile scatto in avanti.

Gli analisti esprimono un cauto ottimismo nei confronti di . Barclays ha fissato l’obiettivo a 12,50 euro, la banca svizzera UBS ha fissato un target di 15 euro, Barclays arriva a 12,5 euro mentre Goldman Sachs lo piazza a 10,30. Più cauta Deutsche Bank, che si ferma a 11 euro. C’è però chi è scettico: JP Morgan vede un target a 12 mesi sui 7 euro.

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