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THYSSENKRUPP, c’è speranza di ripresa dopo il crollo di febbraio?

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Il supporto statico a 4,4 e ll’indicatore RSI in ipervenduto hanno permesso al titolo di arginare la caduta, ma adesso cosa accadrà?

A inizio gennaio dicemmo che la “croce della morte” comparsa sul titolo Thyssenkrupp (ossia la media mobile 50 sotto quella a 200 periodi) preannunciava messaggi ribassisti.
Quello che è accaduto dopo ha dato conferma al nostro avvertimento: il titolo è sprofondato a 4,30 euro, perdendo un ulteriore 25% nel giro di un mese e mezzo.

In realtà una grossa fetta del crollo si è concretizzata nel giro di una decina di giorni, subito dopo la pubblicazione della trimestrale.
Thyssenkrupp ha registrato una perdita netta di 314 milioni di euro, dopo un utile di 75 milioni di euro l’anno precedente. Nell’anno finanziario 2022/23, conclusosi a fine settembre, rettifiche di valore miliardarie nel settore dell’acciaio hanno spinto il gruppo in profondo rosso. Il risultato finale è stato una perdita di circa due miliardi di euro.

E’ evidente che il periodo nero per l’industria siderurgica – a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia – non è ancora alle spalle. La domanda è calata (ordini -13%) e così anche il fatturato, al di sotto anche delle aspettative di mercato.

Questo scenario ha spinto il management a rivedere le prospettive – in termini di vendite e di risultati annuali – per l’anno finanziario 2023/24, con cifre che dovrebbero essere più o meno allo stesso livello dell’anno precedente, dopo che l’azienda aveva precedentemente ipotizzato una leggera crescita.

Sotto il profilo tecnico, l’uscita dalla lunga fase di range (era compreso tra 6,1 e 7,7 euro) ha provocato un forte movimento direzionale al ribasso.

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(Fonte grafica: piattaforma di investimento )

Il supporto statico a 4,4, e la contemporanea presenza dell’indicatore RSI in ipervenduto, hanno permesso al titolo di arginare la caduta, ma è chiaro che per vedere spiragli di luce servirà un rimbalzo più sostanzioso.
Il quadro tecnico molto negativo potrebbe essere messo in discussione solo col superamento della Ema50, che comunque si trova oltre la soglia di 5,00 euro.

Va detto però che secondo alcuni analisti il peggio ormai è stato raggiunto, mentre in futuro potrebbero agire possibili fattori positivi sui prezzi. Ad esempio la ristrutturazione in corso da anni, che potrebbe passare per una possibile scissione o indipendenza della divisione siderurgica Steel Europe e/o del cantiere navale Thyssenkrupp Marine Systems (la divisione idrogeno Nucera, specialista dell’elettrolisi, è stata quotata in borsa l’estate scorsa).
Inoltre si aspettano novità riguardo alla possibile creazione di una joint venture (al 50%) con la società energetica EPH del miliardario Daniel Kretinsky.

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