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COMMERZBANK sui massimi dal 2018, e il rally può continuare

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Dopo anni difficili e il salvataggio di Stato dopo la crisi finanziaria del 2008/2009, l’istituto tedesco è tornato a fare profitti

Il mese di marzo ha regalato a Commerzbank quella spinta rialzista (+14%) che aspettavamo da tempo, che è servita finalmente a tornare oltre la soglia dei 12 euro, raggiungendo livelli che non si vedevano dal 2018.

Una spinta forte è arrivata dal completamento (a inizio marzo) del programma di riacquisto di azioni per un valore di 600 milioni di euro, dopo quello da 122 milioni realizzato nel corso del 2023. Ma un impulso è giunto anche dallo spostamento al periodo estivo dei tagli dei tassi di interesse BCE (costi di finanziamento alto aumentano i profitti delle banche).

Inoltre, l’andamento positivo dei prezzi è legato al fatto che la BCE non modificherà le modalità delle riserve minime, che dallo scorso settembre non sono più soggette a interessi.

Più in generale la situazione di Commerzbank si è fatta incoraggiante grazie al ritorno agli utili (2,2 miliardi nel 2023), dopo anni difficili e il salvataggio di Stato dopo la crisi finanziaria del 2008/2009.

Come detto, il biennio di tassi di interesse molto alti è stata una delle chiavi per arrivare a ottenere profitti importanti, nonostante gli oneri provocati dalla filiale polacca mBank (che ha pesato sia sul risultato del 2022 che su quello del 2023).

Di recente Commerzbank ha anche aumentato le sue aspettative di profitto per il 2024, e adesso prevede di ‘superare significativamente‘ sia il risultato operativo dell’anno precedente sia l’utile record del 2023.

Sotto il profilo tecnico, il quadro d Commerzbank è decisamente rialzista, anche se l’indicatore RSI in ipercomprato deve indurre alla prudenza, perché c’è il concreto rischio di una correzione.

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(Fonte grafica: piattaforma di investimento )

Ad ogni modo, lo scenario rialzista vede il prossimo target sul massimo del 2018 a quota 13,71 euro.
Al ribasso invece abbiamo il primo supporto in prossimità del precedente massimo annuale a 11,9 circa.


Gli analisti sono quasi tutti rialzisti sul titolo. UBS ha di recente fissato un target a medio termine oltre i 17 euro (che corrisponderebbe a una crescita di circa il 40%), mentre Deutsche Bank e Warburg Research lo fissano da 16 euro in su. JP Morgan lo vede oltre i 14 euro, mentre RBC e Goldman Sachs si fermano poco sotto.

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