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FRESENIUS cerca lo slancio per superare la trendline ribassista

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Nonostante i tempi difficili, gli affari sono in ripresa. Sono cresciute le vendite e le cose sono andate un po’ meglio di quanto la società e gli analisti si aspettassero

Parlando di Fresenius all’inizio di febbraio, dicemmo che la “croce della morte” (ossia la media mobile a 50 periodi che scende sotto quella a 200 periodi) incombeva minacciosa. Ci avevamo visto giusto, dal momento che il trend calante di Fresenius è proseguito fino all’inizio di aprile, arrivando ad accumulare una perdita di oltre il 10% nel primo trimestre dell’anno.
Tuttavia di recente è in corso una correzione che potrebbe essere anche l’avvio di una inversione del trend.

Come premessa, va detto che Fresenius da tempo è in fase di ristrutturazione, allo scopo di ridurre il numero di attività periferiche (come Eugin e Curalie) e focalizzare maggiormente l’azienda sulle sue attività ospedaliere.
Per farlo però ha dovuto separarsi soprattutto dallo specialista in dialisi Fresenius Medical Care, il cui deconsolidamento è costato spese straordinarie del valore di miliardi, gravando sul bilancio del 2023 (in perdita per 594 milioni di euro).

Una serie di brutte notizie (il divieto di pagare dividendi o bonus per il 2023 e un terribile incendio nella clinica di Uelzen) hanno caratterizzato in negativo l’avvio del 2024 (durante il quale, ripetiamo, il titolo ha perso il 10%).

Tuttavia, gli affari di Fresenius sono in ripresa dopo i tempi difficili vissuti a causa del Covid. Sono cresciute le vendite e le cose sono andate un po’ meglio di quanto la società e gli analisti si aspettassero.
Per il 2024 il consiglio di amministrazione prevede una crescita organica del fatturato compresa tra il 3 e il 6% e un risultato operativo in crescita del 4-8%, tassi di cambio esclusi. Si tratta peraltro di previsioni che – secondo gli analisti – sono improntate alla cautela.

Sotto il profilo tecnico, dopo aver raggiunto i minimi di gennaio, Fresenus ha cominciato un movimento correttivo che lo porta a testare la Ema50.

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(Fonte grafica: piattaforma di investimento )

Uno scenario analogo si verificò anche a febbraio, ma allora le condizioni non erano le più favorevoli per provare a superare questo ostacolo. E infatti il test fallì. Stavolta però lo scenario è più incoraggiante, anche se occorre cautela.
I più prudenti potrebbero allora aspettare quanto meno l’avvicinamento alla Ema200 (su quota 26,6 euro) e quindi al test della trendline di medio periodo (che ha origine ad autunno scorso).
Al ribasso invece occorre guardare alla solida zona di supporto su quota 23,9 euro.

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