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RWE, c’è uno scoglio difficile a impedire la risalita

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Il prezzo del fornitore di energia sta oscillando attorno alla Ema50. L’esito di questa sfida imprimerà la svolta a breve termine

Sono ormai diversi mesi che il titolo RWE fallisce ogni tentativo di risalita, e nel complesso l’utility si avvia a chiudere l’anno borsistico 2024 ancora una volta in modo deludente.
Il prezzo ha perso circa il 20% dall’inizio dell’anno (a causa del tracollo nella parte iniziale) e ondeggia sugli stessi livelli che aveva nel 2021, quando si sentivano ancora gli effetti della pandemia da Covid.

Se osserviamo il grafico, è evidente che ci troviamo in una fase molto importante, perché RWE sta oscillando attorno alla Ema50, come possiamo vedere sulla piattaforma di investimento .
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Dall’esito di questa “sfida” dipenderà il futuro a breve termine del titolo . In caso di sprint verso l’alto, il successivo ostacolo sarà verso i 32 euro, dove ci sono una resistenza statica e anche la Ema200.
Un eventuale scivolamento in basso avrà come primo supporto la soglia psicologica dei 30 euro.


A metà novembre la società energetica ha presentato gli ultimi dati di bilancio. Nei primi nove mesi il risultato operativo di è sceso di quasi un terzo rispetto all’anno precedente, a quasi 4 miliardi di euro, ma tuttavia è stato leggermente migliore di quanto si aspettassero gli analisti. Lo stesso vale per l’utile rettificato, che si è ridotto di quasi la metà ma è meglio del previsto.
RWE ha alzato leggermente le previsioni sull’utile EBITDA, che si collocherà al centro dell’intervallo previsto compreso tra 5,2 e 5,8 miliardi di euro (Finora RWE aveva solo previsto di raggiungere almeno il limite inferiore).


Di recente il gruppo ha anche annunciato che riacquisterà le proprie azioni per un importo massimo di 1,5 miliardi di euro. Il programma si estenderà per un periodo massimo di 18 mesi. In questo modo RWE potrebbe reagire al presunto ingresso dell’investitore attivista Elliott.


Il problema è che ha investito molto negli ultimi anni per allontanarsi dalle fonti energetiche convenzionali e orientarsi verso quelle rinnovabili. Ma questi settori non tirano come si sperava: i settori eolico (quello che richiede tempi più lunghi per la realizzazione dei progetti) e solare sono in crisi, di cui anche RWE risente. E di certo non aiutano i tempi ancora lunghi per le approvazioni di nuovi parchi energetici (in media due anni).

Peraltro le cose potrebbero diventare ancora più incerte dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni americane. I rischi per i progetti eolici in mare sono diventati maggiori, visto che Trump è sostenitore delle fonti energetiche convenzionali e già durante la campagna elettorale aveva annunciato che, se fosse stato eletto, avrebbe estratto quanto più petrolio possibile. I sussidi per l’energia verde potrebbero essere ridotti sotto Trump.

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