Durante lo scorso anno le azioni LANXESS si sono mosse in un ampio range compreso tra 22 e 28,9 euro. A metà gennaio lo scenario sembrava essere molto complicato, col prezzo che stava testando il limite inferiore si quell’intervallo, ma poi c’è stato un forte rimbalzo che ha spinto il titolo del gruppo chimico oltre quota 25 euro.
Malgrado un contesto macroeconomico complicato, i dati preliminari del quarto trimestre sono stati migliori del previsto, soprattutto grazie a un ottimo mese di dicembre (per via degli acquisti anticipati dagli USA).
L’utile EBITDA di potrebbe aver raggiunto 159 milioni di euro, mentre per l’intero 2024 si stima un aumento del risultato operativo di circa il 20% a 614 milioni di euro, ossia quasi il massimo che ci si poteva aspettare (la previsione dell’azienda infatti era dal 10 al 20%). Inoltre il debito netto è leggermente sceso da 2,5 a 2,4 miliardi di euro. Tutti gli altri dati chiave (come le vendite) verranno annunciati il prossimo 20 marzo.
Lo scenario attorno all’industria chimica rimane difficile, come ha sottolineato l’Associazione VCI. I fattori di stress oltre restano sempre gli stessi dell’ultimo biennio: prezzi elevati dell’energia, burocrazia eccessiva, costi elevati del personale. A tal proposito, Lanxess vuole risparmiare 150 milioni di euro all’anno come parte di un programma di riduzione dei costi. Il settore inoltre spera che il nuovo governo garantisca condizioni più competitive.
Sotto l’aspetto grafico, il tiolo continua a mostrare un’elevata volatilità. Molti fattori negativi sono già stati prezzati dal mercato, per cui un ulteriore declino sembra da escludere. Ma c’è spazio per una forte ripresa?
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Come vediamo sulla piattaforma di investimento , il rimbalzo sul bordo inferiore del range ha innescato un forte impulso rialzista, che ha spinto il prezzo oltre la Ema50. Tuttavia adesso c’è la Ema200 a fungere da resistenza, e come vediamo s’è già creata una forte tensione attorno a questo livello.
Se troverà lo slancio per salire oltre, allora potrebbe avvicinarsi rapidamente ai 28 euro, com’era già successo tra settembre e ottobre.
Le opinioni degli analisti sono molto diverse, con target di prezzo che variano tra i 21 euro di Jefferies e i 36,50 euro di Warburg Research. In mezzo si colloca Goldman Sachs (27 euro).