All’inizio del mese di dicembre dicemmo che il produttore di fertilizzanti K+S cominciava a mandare segnali incoraggianti. E infatti dopo aver vissuto cinque mesi terribili, durante i quali aveva perso circa il 30%, K+S ha cominciato una sorprendente ripresa che ha portato il prezzo sui massimi da giugno scorso, ben oltre la soglia dei 10 euro.
Dobbiamo fare un passo indietro. Dall’estate del 2022 le azioni di hanno avuto un tracollo a causa della riduzione di prezzo del cloruro di potassio, che invece nei mesi precedenti era schizzato verso l’alto, sulla scia dell’invasione russa in Ucraina.
Se nell’aprile di quell’anno il prezzo del cloruro di potassio era 1.200 dollari per tonnellata, a febbraio 2024 è sceso a meno di 300 dollari. Le buone performance nel settore dei fertilizzanti non sono riuscite a compensare questo contraccolpo.
Tuttavia i contratti in Cina e in Sud America hanno alimentato la speranza che il calo dei prezzi della potassa sia ormai terminato, anche per via di un taglio della produzione da parte della Bielorussia (un milione di tonnellate nella prima metà del 2025). E’ logico che meno prodotto c’è sul mercato, più il prezzo è destinato a salire.
Con il peggio alle spalle, gli investitori sono tornati a puntare su le azioni di , visto che il prezzo si era fatto conveniente.
Dopo il recente rialzo, preoccupazione è tornata dopo le previsioni di FMC Corp, produttore di insetticidi ed erbicidi, che si aspetta un calo della domanda da parte degli agricoltori. Il quadro complessivo denota quindi ancora incertezza, e per questo la risalita di K+S si è fermata.
Dal punto di vista grafico, stiamo assistendo a un consolidamento per le azioni di , sebbene il recente trend rialzista sia ancora intatto.
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Come possiamo vedere sulla piattaforma di investimento , un livello cruciale è la resistenza a 13,35 €. Se verrà superato in modo sostenibile, K+S potrebbe spingersi verso i 14,4 euro, dove è possibile individuare la resistenza successiva.
Attenzione però al campanello d’allarme che ci viene lanciato dall’indicatore RSI, che si trova fortemente in ipercomprato. Questo aumenta il rischio di correzioni, con possibili scivolamenti in direzione della Ema200.