La trimestrale che avrebbe potuto dare una spinta a TUI, finisce invece per affondarlo. Il più grande gruppo turistico del mondo esce malissimo dalla giornata in cui ha pubblicato i suoi risultati, nonostante questi ultimi siano stati migliori del previsto.
I dati presentati da per il primo trimestre dell’anno forniscono un quadro contrastante. Le vendite e gli utili sono stati migliori delle previsioni degli analisti, perché le prime sono aumentate del 13% rispetto all’anno precedente, mentre l’utile EBIT è aumentato più di otto volte, passando da 6 milioni a 50,9 milioni di euro. Inoltre l’azienda si vede sulla buona strada per un’ulteriore crescita nel corso dell’anno.
E allora perché le azioni sono precipitate?
Alcuni fattori non hanno convinto il mercato. Anzitutto il debole sviluppo nel campo dei mercati e delle compagnie aeree, dove la perdita è aumentata notevolmente, passando da 95,4 milioni di euro a 125,2 milioni di euro. La crisi del produttore di aeromobili statunitensi Boeing potrebbe incidere ulteriormente.
Inoltre due dati chiave non hanno soddisfatto gli investitori: il debito netto del gruppo turistico è aumentato da 3,98 miliardi a 4,10 miliardi. Inoltre prevede che il tasso di crescita degli ospiti nelle strutture sarà inferiore per il resto dell’anno finanziario.
Il quadro grafico di TUI si è nuovamente sporcato. Il titolo sembrava essersi ripreso dopo la brusca correzione avvenuta sul finire dello scorso anno, ma questo capitombolo lo riporta indietro.
Come possiamo vedere sulla piattaforma di investimento , il prezzo ha tagliato di netto la Ema50, inviando così un forte messaggio ribassista al mercato.
Il titolo si è riavvicinato alla zona di supporto statico a circa 7,40 euro, un livello di prezzo dove in passato c’è stata molta tensione tra compratori e venditori. Questo livello è reso ancora più solido dal passaggio della Ema200, e questo fa sperare in un nuovo rimbalzo.
Se ciò non dovesse avvenire, lo scenario potrebbe diventare più pesante, con possibile scivolamento sui 7 euro.
