La soglia dei 60 euro continua ad essere indigesta per CARL ZEISS MEDITEC, che ha fatto di nuovo marcia indietro dopo lo slancio avvenuto a inizio febbraio. Il gruppo biotecnologico aveva vissuto uno scenario simile a novembre, ma all’epoca almeno era riuscito temporaneamente a superare la soglia dei 60 euro.
Chi sperava di avere un impulso dall’ultima trimestrale è rimasto deluso: l’aumento delle vendite è stato scarso e gli utili sono diminuiti.
Le vendite di sono passate da 475 a 490,5 milioni di euro (+3,2%), grazie soprattutto all’acquisizione di DORC, che ora è consolidata nel bilancio. La quota dei ricavi ricorrenti è aumentata dal 36 al 47,3%. Su base comparabile rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, le vendite sono diminuite di circa il 7%. Non bene.
La buona notizia arriva dagli ordini in entrata, cresciuti del 34,2%. Il portafoglio ordini complessivo ammonta a 382 milioni di euro.
Per il grosso problema è che gli utili sono andati giù: l’EBITA operativo è diminuito da 46 milioni di euro a 35,2 milioni, il margine EBITA è diminuito del 2,5%, attestandosi al 7,2%. L’utile per azione (EPS) è sceso da 0,42 a 0,18 euro ed al netto degli effetti speciali è di 0,36 euro, rispetto agli 0,47 euro dell’anno precedente. Nemmeno questo va bene.
Carl Zeiss Meditec sta affrontando da tempo un problema di redditività. Il core business del gruppo risente ancora degli elevati livelli di scorte che i clienti hanno accumulato durante la pandemia. La ripresa della domanda non si è concretizzata, il che ha portato alla stagnazione della redditività. Per questo ha dovuto introdurre misure per ridurre i costi, che però non hanno ancora avuto effetto (forse li vedremo nei prossimi trimestri).
Va aggiunto che le previsioni dell’azienda non fanno ancora intravedere la luce alla fine del tunnel. Secondo Markus Weber, CEO di Carl Zeiss Meditec, non ci sarà una rapida ripresa nell’attuale esercizio finanziario. Per ora Carl Zeiss rimane nel tunnel.
Neanche il quadro grafico offre un appiglio perl’ottimismo. Anzi, chi fa trading CFD su potrebbe pensare ancora di vendere.
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Come vediamo sulla piattaforma di investimento , sul finire di gennaio il titolo aveva superato la resistenza a 54,44/54,60 euro, ma l’avvicinamento ai 60 euro e la trimestrale debole hanno provocato di nuovo una marcia indietro. Il fatto che il prezzo sia sceso sotto la Ema50 ha inviato un messaggio ribassista al mercato.
Lo scenario si è di nuovo sporcato, e per i rialzisti c’è da affrontare di nuovo il livello di resistenza 54,44/54,60 euro. Se non dovessero riuscirci, si possono immaginare anche perdite fino a 50 o sui minimi di inizio anno a 45 euro.