Dopo aver già raggiunto i massimi dal 2011, il titolo COMMERZBANK ha come prossimo obiettivo la soglia dei 20 euro. E la trimestrale presentata a metà febbraio potrebbe fornire ulteriore impulso a questo rally. Tuttavia, sullo sfondo c’è la dura battaglia per resistere alle avances di Unicredit.
Nell’ultimo esercizio finanziario la banca ha realizzato un utile netto di 2,7 miliardi di euro, con un incremento del 20%. I ricavi sono cresciuti del 6%, il ritorno sul capitale proprio del 9,2% ha superato le previsioni dell’azienda stessa (8%).
La banca inoltre mira ad aumentare significativamente la redditività entro il 2028. L’utile netto previsto è di 4,2 miliardi di euro. Per raggiungere questo obiettivo è prevista un’ulteriore riduzione di 3.900 posti di lavoro. Nel complesso, gli obiettivi dell’Istituto sono molto ambiziosi. Molto dipenderà dalla situazione economica e dall’andamento futuro dei tassi di interesse.
inoltre cercherà di spingere anche i dividendi. Per l’anno appena trascorso verrà aumentato da 0,35 € a 0,65 €. Per il 2025 l’importo totale distribuito sarà poi aumentato al 100% dell’utile netto.
Tanta generosità e gli obiettivi così ambiziosi sono però volti soprattutto a rispondere all’avanzata di Unicredit, che da dicembre possiede (direttamente e indirettamente) una quota pari al 28% della seconda banca tedesca e che aspetta la Bce e le elezioni tedesche del 23 febbraio per decidere cosa fare in futuro.
L’obiettivo di è quello di essere così attraente che gli azionisti non accettino un’eventuale offerta di acquisizione di Unicredit, o comunque tale prezzo di acquisizione dovrebbe essere notevolmente più alto. Il fatto che il sindacato appoggi i massicci tagli ai posti di lavoro dimostra la determinazione dei dipendenti a mantenere la propria indipendenza.
Sotto l’aspetto grafico, il quadro di Commerzbank è assolutamente positivo. E non potrebbe essere diversamente, visto che dall’inizio di dicembre dell’anno scorso, il prezzo è aumentato del +30%.
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Come vediamo sulla piattaforma di investimento , ci sono però alcuni segnali di allerta che vanno evidenziati. Anzitutto la presenza dell’indicatore RSI in ipercomprato da alcune settimane. Questo alimenta il rischio di una potenziale correzione.
In secondo luogo, l’attuale livello di prezzo è già molto alto. Potrebbero esserci altri miglioramenti, anche grazie all’aggressiva politica sui dividendi, ma parliamo di effetti probabilmente limitati. Chi compra adesso deve quindi sperare che l’acquisizione da parte di Unicredit abbia luogo e che il prezzo di acquisizione sia significativamente più alto, perché soltanto così potrebbe esserci un’ulteriore esplosione della quotazione di .
Anche gli analisti sembrano vederla così, visto che i target vanno dal 19,50 euro di JP Morgan a 22 euro di RBC.