A novembre scorso dicemmo che EVONIK era caratterizzato da un business che stava andando benone, e soprattutto da un prezzo molto conveniente. Ci ponemmo quindi la domanda: “è un’occasione?“.
Avevamo ragione, perché in questi primi mesi del 2025 il prezzo è schizzato verso l’alto di circa il 25%, superando la soglia dei 20 euro.
Nell’ultimo anno, ha beneficiato delle misure di austerità (i costi annuali dovrebbero essere ridotti di circa 400 milioni entro la fine del 2026) e dell’orientamento verso attività chimiche speciali più redditizie.
Sono stati fatti passi avanti nelle vendite di mangimi per animali, di materiali intelligenti e degli additivi speciali. Entrambe le divisioni del gruppo hanno aumentato il profitto operativo di circa l’11%.
Nel 2024 l’EBITDA rettificato del gruppo è salito del 25% a 2,07 miliardi, con un utile di 222 milioni, rispetto alla perdita di 465 milioni di euro nell’anno precedente. Il flusso di cassa è migliorato del 9% e l’azienda dovrebbe lasciare stabile il dividendo a 1,17 euro per azione, che è un segnale positivo per gli investitori.
Per il 2025 Evonik stima un EBITDA da 2,0 a 2,3 miliardi di euro per il nuovo anno, che corrisponderebbe a un’ulteriore crescita di circa il 4,1% se fosse raggiunta anche solo la metà dell’intervallo di previsione.
In futuro dovrebbe anche beneficiare del grande piano di investimenti del futuro governo federale, focalizzato su difesa e infrastrutture.
Riguardo ai pericoli connessi alla battaglia tariffaria globale, il capo di Evonik Christian Kullmann si sente tranquillo, perché circa l’80% dei prodotti venduti negli Stati Uniti verrebbe anche prodotto lì, per cui l’azienda è ben protetta dalle barriere commerciali. Evonik ha generato il 24% delle sue vendite in Nord America – USA, Canada, Messico.
Il quadro grafico di è completamente cambiato nelle ultime sedute.
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Come vediamo sulla piattaforma di investimento , l’impulso rialzista è partito in concomitanza con la formazione della “croce d’oro”, ossia quando la Ema50 ha tagliato la Ema200. Solitamente questo evento manda un messaggio fortemente rialzista al mercato.
Il repentino scatto oltre i 20 euro ha spinto però l’indicatore RSI in ipercomprato, innescando una successiva correzione. Bisogna vedere la tenuta del supporto statico a 21 euro circa, dove si fermarono i tentativi di salita lo scorso autunno.
Al rialzo invece il target più vicino sembra quello sui 24 euro, un livello di prezzo che manca da aprile 2022.