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HELLO FRESH ha trovato un supporto dopo il crollo cominciato a febbraio?

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La caduta s’è fermata su quota 7.5-8 euro. Intanto l’indicatore RSI è in ipervenduto

Sono bastate quattro settimane per spazzare via metà dei guadagni accumulati in un semestre. Per HELLO FRESH il periodo tra metà febbraio e metà marzo è stato uno shock, visto il calo del 35%.
Il momento difficile è cominciato dopo che il prezzo era salito sui massimi di un anno, oltre la soglia dei 13 euro. Da allora sono però scattate prima le prese di profitto prima, poi le vendite allo scoperto, quindi sono subentrati i risultati trimestrali e l’annuncio di prospettive deboli per il futuro.


Soprattutto queste ultime hanno impedito qualsiasi tentativo di ripresa. Hellofresh ha annunciato un possibile calo delle vendite a causa della domanda più debole, soprattutto nell’importante mercato del Nord America, dove ha fatto due terzi del suo fatturato totale nei primi nove mesi dello scorso anno.
Il calo dovrebbe essere nell’intervallo 3-8%, mentre gli analisti si aspettavano un aumento di quasi il 3%.


Nella seconda metà del 2024 l’azienda ha cominciato un programma di efficienza che mira a concentrarsi sui clienti di alto valore, sull’adozione di strumenti di marketing più mirati e su costi di approvvigionamento più bassi. Negli anni passati ha perso troppo terreno (in termini di redditività) cercando di accalappiare clienti con gli sconti, un approccio che si è rivelato pessimo soprattutto dopo la fine della pandemia, quando la voglia di stare assieme ha drasticamente ridotto la domanda di mercato per questo tipo di servizio.


Il nuovo percorso strategico ha già registrato qualche risultato positivo, ma solo nei prossimi due trimestri avremo un quadro più chiaro di come tali misure influenzeranno il risultato operativo.

Il quadro grafico di è completamente cambiato nelle ultime settimane, in particolar modo dopo che il prezzo ha tagliato la Ema200 al ribasso.
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hellofresh_23_3_2025
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Come vediamo sulla piattaforma di investimento , il prezzo è riuscito a fermare la discesa sul livello di supporto statico tra 7,5 e 8 euro, ossia quel livello dove il prezzo crollò di schianto nella primavera dello scorso anno.
A stabilizzare la situazione è anche l’indicatore RSI in ipervenduto, che scoraggia l’ingresso sul mercato di nuovi investitori ribassisti (almeno per il momento).
In questo contesto è difficile trovare ottimismo, anche se il prezzo potrebbe invogliare i trader più propensi al rischio, perché se dovesse riprendersi allora i margini di rialzo sarebbero notevoli.

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