Dopo aver cominciato il 2025 con un andamento pessimo (-25% tra fine gennaio e marzo), le azioni QIAGEN sono state quelle che meglio hanno assorbito la tempesta provocata dai dazi di Trump. Il prezzo infatti è pressoché stabile attorno a quota 36 euro da oltre un mese (a parte un brevissimo saliscendi avvenuto a inizio aprile).
Dal punto di vista operativo, lo specialista della diagnostica ha chiuso un trimestre molto positivo. Le vendite nette del gruppo sono cresciute del 5% a circa 483 milioni di dollari, superando le previsioni (+3%). A tassi di cambio costanti la crescita ha addirittura raggiunto il 7%.
Lo sviluppo positivo si deve principalmente ai settori della bioinformatica e dei test diagnostici (le vendite del QuantiFERON per la diagnosi della tubercolosi latente è cresciuto del 15%, il test Qiastat-X ha registrato un aumento del 35%).
Grazie ai buoni risultati aziendali, è probabile che abbia guadagnato di più in termini di profitti netti. Inoltre il management ha alzato i propri obiettivi per l’intero anno (l’utile rettificato per azione dovrebbe essere di 2,35 dollari, contro la previsione precedente di 2,28 dollari). Le nuove prospettive sugli utili terrebbero conto dell’impatto della politica tariffaria del presidente degli Stati Uniti Trump e di un contesto fiscale migliore del previsto.
L’azienda continua inoltre a puntare a un margine operativo rettificato superiore al 30%. L’anno scorso era del 28,7%.
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Sotto il profilo tecnico, il quadro di QIAGEN resta debole ma soprattutto incerto. Dall’inizio dell’anno il calo è stato importante, tuttavia da marzo la situazione sembra essersi stabilizzata, come possiamo vedere sulla piattaforma di investimento .
Il prezzo ha trovato un solido supporto nell’area dei 35 €, anche grazie all’aiuto dell’indicatore RSI che era scivolato in ipervenduto. Tuttavia adesso lo scenario è aperto a ogni direzione, e tutto dipenderà dall’evoluzione della battaglia commerciale e dell’appetito al rischio dei mercati.
Per diventare più ottimisti sul futuro di bisogna però almeno rimettersi oltre la Ema50, come non accade dalla fine di febbraio.