Quando Trump diede avvio alla battaglia tariffaria all’inizio di aprile, le azioni SIEMENS fecero una brusca marcia indietro. Ma da allora in poi il titolo è riuscito a recuperare in gran parte le perdite e gli investitori guardano con maggiore fiducia al futuro, anche grazie ad una solida trimestrale presentata di recente.
Nonostante uno scenario economico ancora tesa, ha riportato eccellenti performance nel secondo trimestre, superando nel complesso le aspettative degli analisti.
Le vendite sono migliorate del 7% su base annua, raggiungendo i 19,8 miliardi di euro (in Cina si vedono i primi segnali di ripresa nel settore dell’automazione). L’utile operativo è balzato del 29%, raggiungendo i 3,2 miliardi di euro mentre l’utile netto è aumentato dell’11%, raggiungendo i 2,4 miliardi di euro, con un conseguente utile per azione (EPS) di 2,86 euro.
ha beneficiato di un forte sviluppo nel settore delle infrastrutture intelligenti, ma anche Siemens Mobility e Siemens Healthineers sono cresciute fortemente, e Siemens ha beneficiato anche delle vendite nel segmento Smart Infrastructure.
La crescita degli ordini (10%) fa sperare bene per il futuro, e il gruppo tecnologico ha confermato i suoi obiettivi annuali: vendite tra +3 e +7%, EPS tra € 10,40 e € 11. Peraltro è molto probabile che i valori illustrati dal management di siano cauti.
E’ chiaro che sullo scenario incombono gli sviluppi della battaglia dei dazi, ma secondo l’azienda la situazione è gestibile.
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Il quadro grafico di SIEMENS è di nuovo incoraggiante, perché il forte impulso cominciato ad aprile ha consentito al prezzo di superare sia la Ema200 che la Ema50, inviando così un messaggio fortemente rialzista a mercato.
Come vediamo sul broker , la soglia dei 230 euro rappresenta un livello di resistenza statica. Ma se venisse superato questo livello, la strada sarebbe spianata fino ai massimi annuali sui 243 euro.
Se però questo slancio dovesse perdere vigore, bisognerà guardare alla Ema50, che funge da supporto dinamico.
Le cifre trimestrali hanno spinto anche le valutazioni da parte di alcuni analisti. L’istituto UBS consiglia con un prezzo target a 240 euro, Deutsche Bank vede obiettivo di prezzo 215 euro, Bernstein fissa il prezzo di 227 euro, mentre addirittura Jefferies arriva a un target di 261 euro. Più cauta RBC: 215 euro.