Dopo una impressionante corsa al rialzo tra ottobre e marzo, che ha fruttato a Salzgitter una crescita di circa il 100%, da qualche settimana è in atto una correzione poco oltre la soglia dei 20 euro.
La festa è finita oppure questo recente calo rappresenta un’opportunità di ingresso?
_
_
Lo scenario grafico di Salzgitter presenta rischi e opportunità. La recente correzione ha portato il prezzo verso la Ema50, dove ha cominciato a girarci attorno.
Come si vede nell’immagine sulla piattaforma , al ribasso c’è un forte supporto fornito dalla Ema200 (e anche dalla soglia psicologica a quota 20 euro), mentre al rialzo c’è una resistenza statica su quota 23,3 euro. Da circa un mese il prezzo ondeggia tra questi due livelli, senza riuscire a fare breakout. Questo ci fa pensare che, nel momento in cui questo accadrà, imboccherà quella direzione in modo molto forte.
La situazione di Salzgitter
Il rally di fu innescato dall’offerta di acquisizione annunciata da Günter Papenburg e TSR Recycling. Ma i successivi colloqui tra l’azienda e le parti interessate non hanno portato alcuno sviluppo (l’operazione avrebbe richiesto anche l’approvazione della Bassa Sassonia, che detiene una quota del 26,5% di Salzgitter).
Dal punto di vista operativo, l’ultima trimestrale (pubblicata il 12 maggio) ha evidenziato le difficoltà del settore dell’acciaio e dei prodotti siderurgici, dove la domanda continua ad essere debole.
Il fatturato di è diminuito del 13%, anche a causa della vendita della filiale in acciaio inossidabile. L’utile EBITDA è sceso dai 126,4 milioni dell’anno precedente a 78,6 milioni di euro. Se nel primo trimestre del 2024 ci fu un utile di 17 milioni, quest’anno è stata registrata una perdita di 27,3 milioni. Tuttavia, ciò include perdite da svalutazione di derivati per 23 milioni di euro e 10 milioni di euro per rischio di svalutazione. Senza questi oneri, il rosso in bilancio sarebbe stato molto meno evidente.
Sono risultati che non sorprendono vista la situazione economica molto tesa, in particolare nella divisione automobilistica e soprattutto in Europa e in Germania.
Tuttavia, nonostante l’inizio debole del nuovo anno, le previsioni annuali sono state confermate. Le vendite dovrebbero essere tra 9,5-10 miliardi, l’EBITDA previsto è compreso tra 350 e 550 milioni (l’anno scorso furono 446 milioni), il risultato ante imposte di dovrebbe attestarsi tra -100 e +100 milioni di euro. Val la pena sottolineare l’ampio intervallo in cui ballano queste previsioni, perché dimostrano la grande incertezza riguardo al futuro.