Il forte ottimismo innescato dal rally delle azioni Lufthansa, che in una sola settimana erano cresciute del 10%, si è scontrato con un brusco sell-off avvenuto negli ultimi giorni, dopo la notizia di una drastica politica di taglio dei costi e del personale e la prospettiva di una feroce battaglia sindacale.
Il Gruppo ha annunciato che 4.000 posti di lavoro saranno eliminati e anche il personale amministrativo subirà una drastica riduzione. Il management si impegna così in una radicale razionalizzazione, attraverso una maggiore integrazione delle compagnie aeree e la centralizzazione dei processi.
Nei giorni precedenti la dirigenza di Lufthansa aveva minacciato la cancellazione di numerosi voli nazionali (in 7 aeroporti) se non saranno adottate misure politiche per contrastare l’aumento esponenziale dei costi operativi in Germania. Addirittura ha ipotizzato il ritiro totale dai cinque principali aeroporti tedeschi: Francoforte, Monaco, Berlino, Düsseldorf e Amburgo.
Queste misure drastiche hanno innescato subito reazioni sindacali e politiche (i piloti sono pronti allo sciopero), che potrebbero rendere turbolento il futuro prossimo di , perché indeboliscono l’immagine della compagnia, minano la fiducia dei passeggeri e causano ingenti perdite di fatturato.
Tuttavia, il management è convinto che questa sia la strada giusta, tanto da promettere ambiziosi obiettivi finanziari per il periodo 2028-2030 (anche grazie a una domanda di viaggi aerei che continua a riprendersi a livello globale). I nuovi parametri di riferimento superano significativamente le aspettative precedenti.
necessita urgentemente di una riduzione dei costi, poiché il suo margine di profitto non è competitivo rispetto agli standard internazionali. Mentre i concorrenti europei IAG (British Airways e Iberia) e Air France-KLM hanno ottenuto margini di profitto del 13,8% e del 5,1% lo scorso anno, Lufthansa si è limitata al 4,4%. Inoltre, a differenza dei suoi concorrenti, Lufthansa non ha ancora raggiunto i livelli di capacità del 2019, anno pre-coronavirus.
L’elevato livello di debito rimane un peso per Lufthansa, che sta faticando a rifinanziare a lungo termine gli aiuti governativi ricevuti durante la pandemia. L’aumento dei prezzi del cherosene, gli elevati tassi di inflazione in Europa e le incertezze geopolitiche stanno ulteriormente mettendo a dura prova l’attività.

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Lo scenario grafico di Lufthansa è pesantemente cambiato con gli ultimi sviluppi, perché – come vediamo sulla piattaforma di investimento – il prezzo ha tagliato di netto la media mobile a 50 periodi (Ema50) e si è portato a ridosso di quella a 200 periodi, che agisce da supporto.
Se questo test dovesse concludersi con un rimbalzo, allora lo scenario potrebbe migliorare e potremmo assistere a un consolidamento verso quota 7,5 euro. In caso contrario, potrebbe scivolare anche verso la zona di supporto successiva tra 6-6,8 euro.
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