Nonostante i dati del terzo trimestre siano stati estremamente positivi, Adidas ha vissuto uno dei giorni peggiori degli ultimi anni, precipitando di oltre il 10% in una sola seduta.
Cosa sta succedendo?
Il crollo verticale di Adidas è la dimostrazione chiara di come le aspettative troppo elevate possano diventare un boomerang
Se osserviamo i dati del terzo trimestre, c’è solo da essere contenti. ha realizzato un fatturato record di 6,63 miliardi nel terzo trimestre, con un utile operativo in crescita del 23% e margine in aumento all’11,1%. Anche il margine lordo è migliorato al 51,8%, nonostante l’andamento valutario sfavorevole.
Grazie a questi numeri, il management di Adidas ha alzato le previsioni annuali: invece di un utile EBIT compreso tra 1,7-1,8 miliardi di euro, si prevede che il risultato operativo raggiungerà ora circa 2 miliardi.
Ma nonostante questo, c’è stato un forte calo delle azioni . Il punto è che la solida performance cominciata da settembre aveva già scontato le notizie positive, c’è stato un surriscaldamento dopo la fase di euforia. Per continuare la corsa, servivano ulteriori buone notizie che però non sono arrivate.
In particolare, le prese di profitto sono partite dopo che il management di ha fatto alcune dichiarazioni molto caute, in special modo riguardo agli affari negli Stati Uniti. Il CEO Bjørn Gulden ha infatti messo in guardia da un “contesto volatile con dazi e incertezze nel comportamento dei consumatori“. L’onere dei dazi nel 2025 dovrebbe essere di circa 120 milioni di euro, con la quota maggiore che potrebbe essere sostenuta nell’ultimo trimestre.
Un’altra cosa che non è piaciuta al mercato è che i ricavi hanno mancato di poco le stime degli analisti (6,6 contro 6,71 miliardi). Questa minima deviazione è stata sufficiente a innescare il classico fenomeno “compra la voce, vendi la notizia“.

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Lo scenario tecnico di ADIDAS si è sporcato notevolmente negli ultimi giorni. Come vediamo sulla piattaforma di investimento , all’inizio della settimana si ragionava sulla possibilità di attaccare la soglia psicologica dei 200 euro, mentre adesso – dopo che il prezzo ha tagliato al ribasso la media mobile a 50 periodi – la preoccupazione è vedere se reggerà il supporto a 160 euro.
Il fatto che la discesa si sia fermata su questo supporto è un aspetto molto positivo, ed anche l’indicatore RSI in zona ipervenduto fa pensare che, passato lo spavento, possa esserci un rimbalzo.
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