Nell’ultimo anno, Covestro si è ripreso dal flop delll’anno pandemico 2020, guadagnando più del doppio grazie ai massicci aumenti dei prezzi e della crescita del volume di vendita.
Il produttore di materiali ha raggiunto facilmente il suo obiettivo annuale, che è stato aumentato tre volte, secondo il quale l’utile operativo dovrebbe più che raddoppiare a 3,0-3,2 miliardi di euro, a 3,09 miliardi di euro. L’utile netto è stato 1,6 miliardi di euro (anno precedente: 0,46).
Nell’ultimo trimestre, i profitti sono aumentati solo moderatamente. Mentre i ricavi sono aumentati del 44% su base annua a 4,3 miliardi di euro grazie a prezzi più elevati, ben superando le aspettative del mercato, l’EBITDA è aumentato solo del 4,1% a 663 milioni di euro, al di sotto del consenso compilato da Vara Research di 698 milioni di euro.
Gli azionisti ricevano un dividendo di 3,40 EUR, dopo 1,30 EUR dell’anno precedente. Gli analisti si aspettavano una media di 3,53 EUR.
Per il 2022, Covestro prevede che l’utile operativo (EBITDA) scenderà tra 2,5 miliardi di EUR e 3,0 miliardi di EUR. Nel primo trimestre dovrebbe essere compreso tra 750 e 850 milioni di euro. Non ci sarà più una previsione per lo sviluppo dei volumi in futuro. La società vede il ritorno sul capitale impiegato tra il 12 e il 16 percento dopo il 19,5 percento nel 2021, il flusso di cassa libero dovrebbe essere compreso tra 1,0 e 1,5 (anno precedente: 1,4) miliardi di euro.
Covestro vuole diventare carbon neutral entro il 2035
Infine, Covestro vuole ridurre a zero entro il 2035 le emissioni di gas serra derivanti dalla propria produzione (Scope 1) e da fonti di energia esterne (Scope 2) e quindi operare in modo neutrale dal punto di vista climatico. Dopo che le emissioni di CO2 per tonnellata di prodotto fabbricato sono state ridotte del 54% l’anno scorso rispetto al 2005 e il precedente obiettivo per il 2025 era già stato superato, il gruppo della plastica ha dichiarato di essersi fissato nuovi obiettivi di sostenibilità.
Covestro decide il buyback
In aggiunta, però, il Consiglio di Gestione ha deciso di varare un programma di byback del volume totale di 500 milioni di euro. Dovrebbe essere completato entro due anni. In linea di principio, le azioni riacquistate devono essere poi rimborsate e il capitale sociale ridotto di conseguenza.
