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PORSCHE, il taglio della Ema200 minaccia la tenuta dei 100 euro

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A dispetto di un quadro tecnico che si è sporcato, molti analisti conservano intatta la loro fiducia

Dopo quasi un semestre vissuto all’interno di un range, il titolo ha fatto breakout al ribasso, nonostante un certo ottimismo riguardo alle vendite e i profitti dei prossimi mesi.
Il nuovo scenario potrebbe minacciare la tenuta della soglia psicologica di 100 euro, che praticamente resiste dall’inizio dell’anno.

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(fonte grafica piattaforma di investimento )

Il produttore di auto sportive (la cui maggioranza è di Volkswagen) ha vissuto un semestre caratterizzato da un notevole aumento delle vendite e dei profitti, anche grazie al rialzo dei prezzi. Nonostante l’aumento dei costi (soprattutto per la costruzione di una fabbrica di batterie), ha aumentato il suo utile operativo di quasi l’11% nel corso dell’anno.

Il management ha lasciato le previsioni intatte, con il margine di profitto operativo sui livelli più elevati dell’intervallo di previsione. Probabilmente il mercato si aspettava un po’ di ottimismo in più da parte di , con una revisione al rialzo.

Inoltre c’è un grosso fattore di incertezza che è la lenta ripresa dell’economia cinese, il mercato principale. A questo si somma anche l’addensamento delle nuvole anche in Europa. Ma il CFO Lutz Meschke in una teleconferenza ha rassicurato sulla tenuta anche nel secondo semestre.

Sotto il profilo tecnico, dopo il taglio del supporto statico a 106,8, per la novità recente più importante è soprattutto il taglio al ribasso della EMA200, che lancia un messaggio ribassista a medio lungo termine.
Dal massimo di 120,08 toccato a maggio, ha perso il -8,01 %.

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(fonte grafica piattaforma di investimento )

è uscito dal range 107-118 nel quale navigava da mesi, e adesso sarà importante conservare la soglia psicologica dei 100 euro nelle prossime sedute, per provare a rialzarsi.

A dispetto di un quadro tecnico che si è sporcato, molti analisti conservano intatta la loro fiducia in . A fine luglio Deutsche Bank e UBS hanno confermato il target price rispettivamente a 120 euro e 122 euro. JP Morgan e Goldman Sachs puntano ancora più in alto, rispettivamente a 140 a 152 euro. Il più cauto è Barclays, con 115 euro.

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