La persistente debolezza della domanda di abbigliamento sta allungando il trend ribassista che Zalando ha cominciato a febbraio, quando valeva il doppio di quanto è adesso. Dopo aver toccato i minimi di un anno, il prezzo di sembra essersi consolidato poco sopra i 20 euro, e il peggio potrebbe essere alle spalle.
Lo scenario complicato ha spinto il rivenditore di moda online a tagliare nuovamente i suoi obiettivi annuali qualche settimana fa. Per l’anno in corso gli indicatori chiave del settore, ovvero le vendite e il volume lordo delle merci, saranno probabilmente peggiori di quanto previsto in precedenza.
Tuttavia, il management di ha mantenuto le previsioni per il risultato operativo rettificato (EBIT). Per il futuro volumi di vendite e margini lordi potrebbero recuperare, ma più lentamente del previsto.
Sul settore pesa sia l’andamento balbettante dell’economia, che impatta sulla domanda d’abbigliamento, sia l’aumento della concorrenza da parte di gruppi cinesi di moda low cost come Shein e Temu. Ma è duro colpo è arrivato anche dal clima poco “amichevole”: il settembre insolitamente caldo ha infatti avuto un impatto negativo sulle vendite di capi autunnali e invernali.
Sotto il profilo tecnico, sul titolo si è verificato quello che dicemmo a fine settembre: “il messaggio più cupo lo manda però il pattern “testa e spalle” (head and shoulders) che si è completato da poco tempo, e che avrebbe come target la soglia dei 20 euro”. Esattamente dove si è spento l’ultimo impulso ribassista.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Da ottobre è cominciata una fase più laterale, che ha come limite superiore la soglia dei 23 euro. Questo livello è reso più ostico dal passaggio della Ema50.
Il superamento della media mobile darebbe il primo vero messaggio rialzista dopo mesi di calo. Tuttavia, bisogna avere molta cautela.
