Era prevedibile che il DAX, dopo un lungo rally da record (+15% da inizio anno), avrebbe vissuto prima o poi una correzione. Lo stavamo dicendo da settimane di prepararsi alla frenata, che è arrivata proprio nella settimana pre-elettorale.
Il principale indice tedesco ha chiuso una turbolenta settimana a 22.287,56 punti, con un bilancio complessivo di circa l’1% in perdita. Era dal 6 gennaio che il non viveva una chiusura settimanale negativa.
In ogni caso, anche nell’ultima settimana l’indice è riuscito ad aggiornare il suo record storico, fissato adesso a 22.935 punti.
Il nervosismo degli investitori è cresciuto con l’avvicinarsi delle elezioni di domenica 23 febbraio, indette dal presidente Steinmeier lo scorso dicembre, dopo la crisi di governo e il voto di sfiducia a Scholz. Un voto importante non solo per il futuro della Germania, ma per l’intero equilibrio economico europeo.
E’ probabile comunque che anche nei prossimi giorni i mercati respireranno un clima di incertezza, perché l’esito delle urne non regalerà una vincitore assoluto, e le trattative per formare una coalizione di governo potrebbero essere complicate e richiedere tempo.
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Il quadro grafico evidenzia il chiaro ostacolo che il DAX ha trovato sulla soglia psicologica dei 23mila punti.
Tuttavia, come vediamo sulla piattaforma di investimento , questa correzione è servita a scaricare un po’ l’indicatore RSI, che era da tempo nella zona di ipercomprato.
Nei prossimi giorni servirà comunque cautela, sia per i fattori politici che abbiamo già evidenziato, sia perché la corsa del è stata così forte che la prima area di supporto è sui 22mila punti.







