Le ultime settimane sono state una grossa boccata d’ossigeno per BMW, che è salito di oltre il 20% da inizio aprile, quando toccò il minimo triennale dopo l’avvio della battaglia commerciale di Trump.
Adesso il titolo della casa automobilistica bavarese punta ai massimi di 6 mesi, soprattutto dopo i segnali di schiarita dal fronte dei dazi, visto che Trump ha raggiunto un accordo con il Regno Unito e ha detto di voler fare altrettanto con l’Europa e con la Cina.
Va sottolineato ancora una volta quanto siano importanti i mercati americano e cinese per il gruppo . L’azienda ha uno stabilimento negli USA dove produce circa 400.000 auto all’anno, ma circa la metà è destinata all’esportazione. Inoltre, molti modelli e soprattutto pezzi di ricambio vengono importati negli USA. Una battaglia tariffaria potrebbe quindi comportare enormi costi in più.
Problemi diversi ci sono invece in Cina, dove le vendite sono in calo da tempo (-17,2% nell’ultimo trimestre) a causa della concorrenza feroce delle case automobilistiche nazionali. Ma una guerra dei dazi avrebbe ripercussioni sull’andamento dell’economia cinese, e quindi ridurrebbe ulteriormente le vendite di auto straniere.
Nonostante il settore automobilistico viva un contesto molto difficile, i numeri del primo trimestre di non sono stati così negativi come si poteva temere.
Le vendite e il fatturato sono diminuiti rispettivamente dell’8% e dell’1,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’utile EBIT è sceso del 23%, ma gli analisti temevano uncalo superiore. L’utile netto è sceso del 26% a 2,2 miliardi di euro, ma anche in questo caso gli analisti temevano un valore inferiore, pari a 1,9 miliardi di euro.
Anche grazie a questi risultati, ha confermato le sue previsioni annuali che prevedono un utile ante imposte sullo stesso livello dell’anno scorso, ovvero 11 miliardi di euro (ipotizzando che i dazi statunitensi saranno revocati a partire da luglio 2025, quindi che ci sia un accordo tra UE e USA).
Dal punto di vista grafico, la situazione di BMW è migliorata notevolmente di recente, col prezzo che si trova ormai nella zona psicologica degli 80 euro.
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Come possiamo vedere sulla piattaforma di investimento , l’ultima corsa al rialzo ha consentito al prezzo di tagliare la Ema50, inviando un messaggio rialzista a breve termine.
Tuttavia, nell’attuale zona di prezzo transita il livello Fibonacci 23,6 (costruito sul movimento ribassista di aprile-novembre 2024), che rende più difficile questo ostacolo. Poco più sopra, c’è anche la Ema200 ad agire da resistenza.
Siamo quindi ad un punto cruciale per , perché se il prezzo riuscirà a superare questa serie di ostacoli, lo slancio sarebbe così forte che potremmo facilmente arrivare sui massimi di 6 mesi a quota 86 euro.