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DAX, la brusca marcia indietro riporta al test della Ema50

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Le tensioni in Medioriente hanno spaventato i mercati. Il DAX ha perso il 3,2% nell’ultima settimana

Dopo una lunga corsa al rialzo, il DAX e le altre piazze europee hanno fatto una brusca marcia indietro questa settimana a causa delle forti tensioni sul fronte internazionale.
Il culmine si è raggiunto proprio prima dell’ultima seduta settimanale, quando i raid aerei israeliani sull’Iran hanno alzato il livello della tensione e spinto i mercati ad allontanarsi dall’equity per andare sui beni rifugio.


Un’altra escalation in Medio Oriente potrebbe spingere i prezzi del petrolio oltre 80 dollari, e innescare una nuova forte fiammata dell’inflazione, con tutte le conseguenze del caso per l’economia globale, già messa sotto pressione dalla questione commerciale.
In questo scenario, mercoledì sera prossimo la FED deciderà sulla politica monetaria e si dà per scontato che non farà alcun ritocco ai tassi di interesse.


Alla fine l’indice ha chiuso a quota 23.516,23 punti, con un filotto di 6 sedute consecutive in rosso e un bilancio settimanale che segna -3,2%. Nella settimana precedente, l’indice tedesco aveva segnato un record con 24.479 punti.

Sotto l’aspetto grafico, nelle settimane scorse avevamo sottolineato come la spinta del DAX si stesse lentamente attenuando, e che l’indicatore RSI prossimo all’ipercomprato avrebbe potuto innescare una correzione. 

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Come vediamo sulla piattaforma di investimento , la marcia indietro ha riportato il DAX sulla Ema50, che funge da supporto. Peraltro in quest’area c’è anche un supporto statico che si è formato durante il mese di marzo.
Se il DAX dovesse scendere ancora, il prossimo supporto è la trendline rialzista che ha origine dallo scorso mese di agosto, attualmente sotto 23mila punti.

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