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ZALANDO, segnali di vita dopo il crollo. Ma è proprio così?

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Settimana scorsa ci sono stati un paio di sussulti rialzista, dopo il crollo che ha portato i prezzi su un minimo pluriennale

Gli ultimi mesi sono stati un massacro per il titolo Zalando, protagonista di un sell off superiore al 50% (-24% nell’ultimo trimestre) che ha spinto la società di vendita di Berlino verso il basso nella scala di popolarità del mercato azionario.

Il livello dei prezzi ha già raggiunto un minimo pluriennale. Probabilmente ne sono responsabili i numeri deboli del fashion retailer H&M, che ha colpito l’intero settore con prospettive non proprio rosee.

Settimana scorsa però il titolo del rivenditore online di moda ha avuto un paio di sussulti, salendo fin oltre la soglia dei 22 euro. Poca roba, rispetto ai precedenti scivoloni, ma comunque sono segnali di vita.

Tuttavia, non bisogna farsi prendere dall’entusiasmo, perché certi movimenti possono essere ispirati soprattutto a manovre speculative di breve termine.

Nel caso di Zalando, può essere dipeso dall’acquisizione di Home24 da parte del rivenditore di mobili XXXLutz, che dimostrerebbe come le azioni di e-commerce e i rivenditori online hanno in questo periodo un prezzo conveniente.
Ma sono ragionamenti che non possono “fare prezzo” a lungo termine.

A favore di Zalando c’è il fatto che parliamo di un player di e-commerce con quasi 50 milioni di clienti attivi, che serve 23 mercati europei con una varietà di 3.500 marchi. Inoltre la prospettiva di crescita è effettivamente chiara a medio termine. Insomma c’è molto potenziale, che però deve trovare una sponda nella redditività dell’azienda.

Se Zalando riuscirà in futuro ad attirare sulla propria piattaforma un numero sufficiente di nuovi clienti, ciò dovrebbe prima o poi avere un impatto positivo sulle finanze della società e, nella fase successiva, sul prezzo del titolo. Nell’attuale contesto di mercato, tuttavia, un investimento sembra ancora troppo incerto, perché la società di vendita per corrispondenza deve anche fare i conti con il calo del sentimento dei consumatori e una recessione incombente nei prossimi mesi.

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